martedì 8 settembre 2015

Five years later - Young and Beautiful

18 Maggio 2010 - 08 settembre 2015

Sono passati 5 anni dall'ultimo post che Me ha pubblicato su questo blog e di cose in questi 5 anni (esattamente 1939 giorni) ne sono successe, e come se ne sono successe.
Quando da piccoli giocavamo a nascondino e si contava fino a 100, provate a contare fino a 1939, ma un numero al giorno. Sembra poco, sembra tanto. 1939 giorni sono quasi 5 anni e 3 mesi di vita. Provate a pensare "dove eravate" 1939 giorni fa.

Me ha iniziato a lavorare, tante ore al giorno, prima gli hanno insegnato come si facevano le cose tecnicamente, poi piano piano degli amici-colleghi gli hanno anche insegnato altre cose che non si possono imparare dai libri: quando è opportuno mettere nel CC di una mail Tizio o Caio, quando è opportuno avvisare per qualcosa che si sta facendo, come si chiede il prossimo permesso che è necessario prendersi, come ci si comporta quando si deve andare in ferie in estate per rispettare i propri colleghi.

Me ricordate era partito da solo, lontano da tutto e da tutti, per ricominciare... ricominciare da 0, ricominciare da 3; effettivamente ha ricominciato... 7 anni fa.
Di strada ne ha fatta ma nel tragitto si è accorto di aver allungato troppo, di aver fatto strada, essere arrivato ad un buon punto ma anche se può ritenersi soddisfatto tuttavia ha ancora bisogno di ricominciare, si perché si deve saper ricominciare sempre e comunque.

Dopo quasi 4 anni di lavoro presso la stessa azienda ha deciso di ricominciare anche lì, cambiando lavoro, cambiando capo, colleghi, zona di lavoro, abitudini.
Stava bene dove stava, aveva una buona posizione, un buono stipendio e un buon contratto ma voleva ricominciare, mettersi in gioco. Provare l'ebbrezza di sapere di poter ricominciare in qualsiasi momento anche la propria vita professionale.
Come ogni inizio ci sono state le salite, le colline, le risalite. Tutto ha concorso a farsi i muscoli.

Nel frattempo ha perso alcuni amici che aveva incontrato qui (la vita ha volte fa questi brutti scherzi), ne ha trovato di altri, soffre per altri ancora, ma nonostante l'iniziale delusione tuttavia pensa che a volte chi non ha voglia di chiarire malintesi o si accontenta di "cose dette" debba essere rispettato nelle sue posizioni, mi dispiace solo non aver potuto avere mai diritto di replica.

Quello che ha capito però è il significato più profondo della parola "ricominciare". Ha capito che non bisogna «buttare» ciò che si ha fatto prima, ricominciare significa trovarsi in una nuova situazione che la vita ci mette davanti a volte facendo tesoro dell'esperienza fatta, altre volte dovendo mettere da parte quell'esperienza in modo da goderci l'Adrelina del "nuovo" (tenere schemi pre-concetti ci condiziona solo nel nostro percepire la realtà).

Per oggi basta così, Me ha deciso di provare a vedere, se era capace di "ricominciare a scrivere" anche in questo blog.

« L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne.  Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.  Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. »




«Will you still love me when 
I'm no longer young and beautiful
Will you still love me 
when I got nothing but my aching soul I know you will,
I know you will I know that you will 
 Will you still love me when I'm no longer beautiful...»

martedì 18 maggio 2010

Che strada devo prendere?

A volte nella vita incontri persone che non ascoltano ma che dispensano consigli proprio come lo Stregatto

Quale strada prendere? Bisogna riconoscere a questi Stregatti che, nella loro astrazione, riescono ad indicarti almeno i riferimenti chiari a cui rivolgerti.

L'ascolto è fondamentale per chi ha il compito di guidare altri, persone che sanno dispensare solo consigli e che hanno la risposta sempre pronta a qualsiasi domanda: non servono.
Per fortuna che nella vita di Me c'è un solo Bianconiglio, ma molto in gamba.



 ***
Stregatto: « Tutto dipende da dove vuoi andare.»
Alice: « Beh, importa poco, l'importante è che io riesca.»
Stregatto: « Allora è poco importante che strada prenda!»

sabato 8 maggio 2010

2 anni

1) Cosa significa per te essere amico?
Fanciullo 1: Per me essere amico significa volersi bene e aiutarsi l'un l'altro.
Fanciullo 2: Rispettarlo, non prenderlo in giro aiutandolo su qualcosa che non sa, non litigare mai.
Fanciullo 3: Aiutare un mio compagno...

2) Come fai a manifestare l'amicizia ad una persona?
Fanciullo1: Essere sinceri, dire i segreti propri e non tradirlo mai.
Fanciullo2: Aiutarsi nel bisogno, darsi dei consigli a vicenda, passare le giornate insieme
Fanciullo3: Rispettare il proprio amico, scherzarci insieme, condividere i momenti belli e brutti di tutti e due.  Quando sei in difficoltà ti da dei consigli per risolvere i problemi

Il momento è arrivato. Ci siamo quasi.

Dopo due anni i miei 3 fanciulli sono pronti per ricevere un grande Dono la settimana prossima.
Oggi era un giorno di attesa per loro (e per Me), in cui li si avviava al grande tuffo.

In quell'ora di preparazione hanno risposto ad alcune domande sull'amicizia, in quanto il dono che riceveranno include il riconoscimento di un'Amicizia che aprirà loro il Cuore.

Ma chi ha imparato di più oggi è stato Me, ha imparato da loro, perché prima di saper insegnare bisogna saper imparare ad essere SEMPLICI.



venerdì 7 maggio 2010

Regalare un sorriso "a ritmo"

Incolonnato su via della Serenissima (ironia della sorte), Me sbuffava e per attutire l'ansia del traffico ha alzato un pò il volume dell'autoradio.

Ad un certo punto nota sulla sinistra una giovane signora, seduta sul sedile posteriore della moto del marito: aveva il viso assonnato e triste.
Così ho spostato leggermente la Me-Car per farli passare e la giovane signora, sentendo la musica, ha iniziato ad agitare le braccia al cielo, ballando dietro al marito e il viso le si era illuminato, si gira verso Me, quasi grata.

E' proprio vero che si può dar la musica agli altri, quando la musica ce l'abbiamo dentro, e ciò ci rende felici (con poco).


mercoledì 5 maggio 2010

Lento o Rock

A volte serve solo rallentare il ritmo e adattarsi a qualcosa di simile,
invece che di un frenetico rock...

martedì 4 maggio 2010

Perché non sa voler bene

Riprendendo lentamente a scrivere in questo angolo di mondo, Me si accorge che spesso l'origine di tanti suoi mal-umori stanno nell'incapacità di uscire da sé stesso e dare una possibilità alla realtà... invece di allontanare la Felicità, ogni volta che questa gli si avvicina e gli urta il gomito.

Felicità che non è riposta in qualcosa di finito, ma in qualcosa di più Grande.
E' proprio vero che quando nella giornata si hanno questi "spruzzi" di luce, non si finisce mai di Ringraziare.

«Giovane e antica, bambina e già donna, autentica, solare, vestita di bianco...»

[Me ha scoperto di cosa parlerà sabato prossimo ai suoi fanciulli: li preparerà all'incontro con una di queste splendide Ragazze che incontreranno personalmente la settimana successiva dopo due anni di "attesa", al momento di ricevere il regalo più grande che abbiano mai potuto desiderare]

«E tu, ne saresti capace?»

venerdì 30 aprile 2010

Cercando il senso

Sarà vero?
« Perciò, dopo aver iniziato un cammino teso alla luce capisci che il sacrificio che esso richiede nel rallentare e poi, non so, sospendere un certo rapporto, fa entrare nel tuo desiderio di possesso, nella tua fame e sete di una certa soddisfazione, non un'accusa al tuo sbaglio (che sentissi da te stesso o dagli altri), ma qualcosa che ti fa capire che il tuo modo di vivere quel rapporto, quei rapporti, non è giusto, non è vero. E se gridi: "È vero questo che sento, più di tutto il resto", se gridi così sei consapevole di non seguire tutta la verità, tutta l'evidenza che si profila nella cosa.

Ed è in un momento del genere che uno sente lo strappo.
Se non si sente lo strappo, non c'è passo che si tenga.

Ma uno strappo non è fatto perché si cede alla soddisfazione, o si sfida la negatività, l'affermazione negativa: uno strappo è l'emergere di un'affezione che rimane ancora come una favilla nel disastro della situazione in cui verso io, e diventa fuoco che lentamente scioglie, scioglie l'unto della vicenda, l'unto della nostra situazione; lo scioglie, finché uno giunge a bere un'acqua pura, giunge a bere l'acqua pura.

La realtà gli entra negli occhi: la realtà, comunque sia, piccola o grande, personale o esposta agli occhi nel mondo. E uno giunge a bere un'acqua pura. Perché, diceva un poeta italiano: "Tutto, Signor, fuorché l'eterno, al mondo è vano" (A. Fogazzaro, A sera, in Le poesie, Mondadori, Milano 1935, pp. 194-197, vv. 21-23): quell'eterno che, dunque (ma questa è una riflessione intelligente e matura che chi è come Fogazzaro farà ai suoi figli), è la verità.  Perché solo per la verità è fatto l'uomo. La felicità è aperta dalla verità.»