domenica 13 gennaio 2008

Pensieri

"Fermiamoci un poco a riflettere devotamente sull'immagine del nostro condottiero, Gesù il Cristo, prostrato in preghiera. Se vi rifletteremo con attenzione, un raggio di quella luce che illumina ogni uomo che viene al mondo rischiarerà il nostro animo; e riusciremo a vedere, riconoscere, deplorare e infine correggere quel nostro abituale modo di pregare che non è solo negligenza, pigrizia o torpore, ma addirittura ottusità, insensatezza, insensibilità di pietra.

Quasi tutti ci rivolgiamo a Dio onnipotente non con devota reverenza, ma con assonnata pigrizia. Pretendiamo che ci ascolti; ma io temo proprio che pregando in quel modo, anziché fargli cosa grata e rendercelo propizio, lo irritiamo fino al punto di muoverlo a collera. Se una volta, appena finito di recitare le preghiere, provassimo a ricostruire tutto quello che ci è passato per la mente durante quel breve tempo, quante sciocchezze emergerebbero alla memoria? Quante futilità, a volte quante sconcezze? Certo ci stupiremmo che in quell'esiguo tratto di tempo il nostro pensiero abbia peregrinato per tanti luoghi lontanissimi l'uno dall'altro, perdendosi in tante disparate, varie e oziose faccende.

Credo che se per esperimento qualcuno si proponesse di far vagare la mente nelle più svariate direzioni, probabilmente non riuscirebbe a toccare in così poco tempo tante cose e così eterogenee come quando la mente se ne va girovagando per conto suo mentre le labbra mormorano meccanicamente le preghiere d'ora e quelle di uso comune.

Così, se qualcuno avesse curiosità o desiderio di sapere quali immagini affollano i nostri sogni mentre dormiamo, non saprei trovare migliore similitudine che paragonare i fantasmi che occupano la nostra mente nel sonno alle strampalate divagazioni che occupano da svegli la mente di coloro che pregano in modo fiacco e torpido (ammesso che pregare così sia essere svegli); con la sola differenza che le cervellotiche stravaganze che mulina il loro pensiero mentre le labbra macinano vuoti suoni, sono a volte così insensate e così sconvenienti che, se fossero sogni, nessuno di loro, svegliandosi, avrebbe l'impudenza di raccontarle neppure a dei mozzi di stalla".
(T. Moore)

mercoledì 2 gennaio 2008

Omaggio a Dante

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace.

Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz'ali.

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate.