martedì 10 marzo 2009

Dolori

Seduto, tra le mani un librettino e le spalle di un amico in lacrime: Me non poteva parlare perché il silenzio era la miglior parola.

Silenzio quando il cuore urla che non riesce a reggere più, più non regge il dolore e la sofferenza.

Oggi un suo amico ha perso un amico e Me non poteva dir nulla, non poteva far nulla, solo unirsi al suo dolore e lanciare piccole suppliche per l'anima di una persona che non conosce ma di cui conosce l'affetto con il quale viene ricordato, ricordato da quelle lacrime secche e allo stesso tempo virili, virili e piene di dolore.

In questo momento l'amico starà dormendo, starà dormendo magari dopo aver rivisto la sua vita assieme a quella persona che adesso lo guarda dall'alto e cerca di sorreggerlo, lo guarda, sì, lo guarda con uno sguardo ancora più profondo di quello umano.

Adesso Me va a letto convinto che al dolore non c'è miglior parola di conforto che quella di un abbraccio.

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