domenica 15 marzo 2009

Vite nascoste



Ore 10.40: appuntamento all'obelisco di P.zza S. Peter in Rome.
La giornata era una delle migliori degli ultimi 4 mesi, il sole caldo riscaldava e a volte si voleva fare anche a meno della giacca.
Si aspettano gli ultimi e poi ci si fionda dentro un mondo antico, un mondo antico che non esiste più.
I protagonisti di questa giornata sono: Aquila e Priscilla, Abelarda e la sua amica Genoveffa, Woodstock e Conrad, la duchessa di Monreale e sua commare la baronessa di Montepulciano, Jean, Eudora, Marcie e Me.

Non esiste più un mondo come quello perché qualcuno, un tempo, decise di sotterrarlo.

Si entra da una piccola porticina, una porticina stretta, così stretta che a volte potrebbero venire crisi claustrofobiche, ma di aria lì dentro ce ne è abbastanza.
Tutto perfetto, tutto pulito, un tempo lì passavano persone, persone che andavano a fare visita ai propri cari che riposavano di quel sonno eterno dal cui non esiste risveglio.

Persone che hanno vissuto la loro vita anni addietro con le loro gioie, le loro tristezze, le loro preoccupazioni, i loro amori e tutto ciò che c'è di più umano in questa vita.
Si perché, anche se migliaia di anni fa, la vita era sempre la stessa: emozioni, sensazioni e sentimenti non hanno età.
Tuttavia lì non c'erano più persone care a fare visita: solo gruppetti di turisti e studentelli universitari.

Chi si ricorderà di loro? Probabilmente molte delle scritte scolpite sulle lastre erano sbiadite e non si poteva più leggere ciò che avevano fatto di meritevole in vita.
Tuttavia chi si ricorderà di loro? Forse nessuno.
Ma ciascuna anima ha contribuito a costruire la storia.
Persone che sono passate da questo mondo e che hanno lasciato qualcosa, qualcosa che forse noi non possiamo notare perché nessuno lo ha mai scritto da qualche parte ma è rimasto solo nella memoria dei contemporanei.

Vite nascoste. Vite vissute, nel bene o nel male, ma vissute.
Vite coraggiose ma il cui coraggio non fu mai ostentato.
Forse tra qualche anno ci sarà gente che passerà per la «nostra necropoli» e si chiederà: ma cos'hanno fatto questi in vita? cos'hanno dato, questi, agli altri nella loro vita?
Forse potrebbe essere il caso di iniziarsi a domandare, adesso, cosa vorremmo che queste persone potessero dire di noi.

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