venerdì 30 aprile 2010

Cercando il senso

Sarà vero?
« Perciò, dopo aver iniziato un cammino teso alla luce capisci che il sacrificio che esso richiede nel rallentare e poi, non so, sospendere un certo rapporto, fa entrare nel tuo desiderio di possesso, nella tua fame e sete di una certa soddisfazione, non un'accusa al tuo sbaglio (che sentissi da te stesso o dagli altri), ma qualcosa che ti fa capire che il tuo modo di vivere quel rapporto, quei rapporti, non è giusto, non è vero. E se gridi: "È vero questo che sento, più di tutto il resto", se gridi così sei consapevole di non seguire tutta la verità, tutta l'evidenza che si profila nella cosa.

Ed è in un momento del genere che uno sente lo strappo.
Se non si sente lo strappo, non c'è passo che si tenga.

Ma uno strappo non è fatto perché si cede alla soddisfazione, o si sfida la negatività, l'affermazione negativa: uno strappo è l'emergere di un'affezione che rimane ancora come una favilla nel disastro della situazione in cui verso io, e diventa fuoco che lentamente scioglie, scioglie l'unto della vicenda, l'unto della nostra situazione; lo scioglie, finché uno giunge a bere un'acqua pura, giunge a bere l'acqua pura.

La realtà gli entra negli occhi: la realtà, comunque sia, piccola o grande, personale o esposta agli occhi nel mondo. E uno giunge a bere un'acqua pura. Perché, diceva un poeta italiano: "Tutto, Signor, fuorché l'eterno, al mondo è vano" (A. Fogazzaro, A sera, in Le poesie, Mondadori, Milano 1935, pp. 194-197, vv. 21-23): quell'eterno che, dunque (ma questa è una riflessione intelligente e matura che chi è come Fogazzaro farà ai suoi figli), è la verità.  Perché solo per la verità è fatto l'uomo. La felicità è aperta dalla verità.»

lunedì 26 aprile 2010

Per la prima volta so cos'è la nostalgia, la commozione...

sabato 3 aprile 2010

Ora di pulizie

C'è un pò di polvere in questo blog, bisogna fare un pò di pulizie.
Me aveva smesso di scrivere per diversi motivi, ogni tanto si ha la necessità di tenere tutto dentro e rielaborare, cercando di trovare un verso a pensieri, a volte scomposti, che si aggirano per la mente e per il cuore.

Adesso sta trascorrendo qualche giorno di riposo a casa sua, nella calda Sicilia, e conserva, come un album di foto in bianco e nero, tutti gli sguardi delle persone che ha incrociato negli ultimi mesi.
Verrebbe una bella composizione con quelle foto perché in molti di quegli sguardi "si nasconde l'infinito", in quegli sguardi si cela il desiderio (profondo) di felicità.

In quegli sguardi c'è un tesoro.