domenica 2 novembre 2008

Sentieri al sapor di zolfo

Oggi Pollicino, Peter Pan, Mastro 2.0 e Me sono stati immersi nella natura per tutta la mattinata.
Peter Pan, si lanciava guida, si infilava su e giù per sentieri scoscesi.
Mastro 2.0 dava fiducia a Peter Pan, mentre Pollicino e Me seguivano.
Ebbene sì, odore di zolfo, ma non è ancora l'inferno: è solo il Parco della Mola (vicino al Lago di Bracciano).
Mattinata di passeggiata, amicizia, relax e bellezza.

Me ha riscoperto oggi che la bellezza va allenata, va tenuta in tensione, perché la bellezza è origine dello stupore e senza stupore non c'è bellezza.
No, non è un gioco di parole, è solo la giornata del 2 Novembre di Me.

Spesso si è tentati di camminare attenti al passo (perché si pensa: posso inciampare!) guardando la punta delle proprie scarpe e si perde tutto il panorama che abbiamo intorno.
Ma stando sul giusto sentiero che importa quando si cade? se ci si può rialzare (!?!)
Basta l'odore di zolfo nelle mucose per sollecitarti a riprendere con più forza di prima.


11 Comments:

Anonimo said...

Camminare guardando l'orizzonte e non i piedi è la prima cosa che mi hanno insegnato i miei capi scout!! credo che sia un'ottima metafora per la nostra vita: guardare oltre. riuscire a guardare e vedere oltre di noi penso sia un grande passo avanti nella crescita individuale...e comunque è difficilissimo perchè la paura ci spinge sempre a chinare il capo! diventa più semplice se qualcuno davanti a noi "fa strada"...allora più serenamente respiriamo e ci lasciamo guidare calcando orme già battute ma per noi assolutamente nuove!!!

Live Bitter said...

Grazie mille cicala del tuo contributo.
Lo spirito del post era proprio questo.
Benvenuto/a!

Live Bitter said...

Vorrei aggiungere solo una cosa:
noi siamo sia locomotive che vagoni.
Non possiamo andare perennemente in passivo.

Guardiamo avanti per seguire «chi fa strada» ma allo stesso tempo dobbiamo ricordarci che dietro di noi magari ci sarà qualcuno che si è messo nei nostri passi, sulla nostra scìa e siamo responsabili anche di lui (o di loro, a seconda dei casi).

Anonimo said...

mi piace ricordare una cosa che mi ha scritto un mio carissimo amico in occasione di un nostro battibecco (molto frequenti dato il mio carattere :-)):

"Non camminare davanti a me, potrei non seguirti.
Non camminare dietro di me, potrei non essere una buona guida.
Cammina al mio fianco e sìì solo mio amico!"

L'essere da esempio a qualcuno è il concetto che nella mia vita mi ha sempre accompagnata...e spaventata!! altre vite dipendono da ciò che fai tu, hai nelle tue mani il destino di altre persone...e quindi prima di fare un passo calcola il percorso!!!

Live Bitter said...

La realtà a volte può fare paura.

Anonimo said...

fa paura tutto ciò che non si conosce!!!

Live Bitter said...

Ma tutto ciò che non si conosce si può sempre conoscere.
La differenza tra sapere dell'esistenza di una cosa e conoscerne l'essenza è molto grande.

Tu puoi sapere dell'esistenza di una persona ma non conoscerne nulla.
Puoi pensare essere amico di tante persone ma invece accorgerti che sono solo conoscenti.

La conoscenza nasce da una fiducia, dalla fiducia che l'altro che ti ascolta (che è disposto a conoscerti) dà valore a quello che dici, prende sul serio la tua vita.
Ciò si può applicare su diversi fronti: nell'atteggiamento davanti lo studio, nell'atteggiamento con il tuo compagno di lavoro, nell'atteggiamento davanti la realtà.

Anonimo said...

il problema sta nel rendersi conto delle cose...nel momento in cui io mi rendo conto che qualcuno o qualcosa esiste posso apprezzarne l'essenza!!! sono perfettamente d'accordo con quello che scrivi e rifletto da mezz'ora sulle tue parole...la conoscenza nasce dalla fiducia che l'altro ti ascolta!!! quanto è difficile farsi ascoltare dagli altri?? quant'è brutto quando vorresti essere ascoltato e gli altri ti ignorano? e penso ai bimbi piccoli...quando strillano pazzamente perchè vogliono raccontare la loro storia e nessuno è disposto a degnarli di uno sguardo...mi sa che ci siamo passati tutti!!!

Live Bitter said...

il desiderio di conoscere qualcosa/qualcuno nasce dallo stupore nel poter dire: «è bene che Tu esista! è bello che Tu esista!» e ciò è qualcosa che a volte è razionale a volte no.

Nasce da quella sfera umana della percezione sensoriale (che, attenzione, non va mai confusa con il sentimentalismo) e che unita alla ragionevolezza (che è diverso dalla razionalità) produce un giudizio.

Probabilmente finché uno non comincia ad ascoltare gli altri non avrà mai la percezione che gli altri ascoltino lui.
non pensi?

Anonimo said...

penso che è proprio per questo che Dio ci ha donati di due orecchie ed una sola bocca: per ascoltare il doppio e parlare la metà!!! penso che imparare ad ascoltare (che è diverso da sentire!) sia uno dei compiti più ardui a cui l'essere umano è chiamato ad adempiere...sempre secondo la mia filosofia di "essere umano"!

Live Bitter said...

penso che è proprio per questo che Dio ci ha donati di due orecchie ed una sola bocca: per ascoltare il doppio e parlare la metà!!!

...e un cuore per accogliere ciò che ascoltiamo.