lunedì 29 settembre 2008

Trovate la vostra camminata!

"Due strade trovai nel bosco ed io scelsi quella meno battuta ed è per questo che sono diverso.
Voglio che troviate la vostra camminata adesso, il vostro modo di correre e passeggiare in ogni direzione, comunque vogliate..."

Una volta un amico mi disse, conversando davanti una pizza, che secondo lui, siamo come formiche in un grande tappeto disegnato da Dio, percorriamo tutto il tappeto e non usciamo mai da questo: all'inizio rimasi perplesso, non capivo la metafora, poi ci pensai ed effettivamente aveva un significato grandissimo.
Quando siamo sul "tappeto" stiamo sempre nei piani di Dio, il problema è non voler uscire cercando qualcosa "di diverso", forse il marmo bianco o forse... il vuoto.
A quell'amico che mi mancherà (non solo per le pizze mangiate insieme) dedico questo post.

venerdì 26 settembre 2008

Libertà


"Addio", disse la volpe.
"Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il piccolo principe per ricordarselo.

Quale direzione?

Mancano quattro giorni al viaggio. Al viaggio della vita.
A quel viaggio che ti porta lontano. Lontano ma allo stesso tempo vicino.
Inizi a preparare la tua barca, le cime sono a posto, la cambusa è rifornita, pieno di acqua, pieno di benzina (per quando dovesse venire a mancare il vento), tutto è al suo posto, adesso.
Ci si prepara a salpare, bisogna solo togliere l'ancora. Togliere l'ancora e saper attendere...che il vento faccio il suo compito.



1:48 da (non) perdere

Dissero una volta a me e ad alcuni amici miei:
«Sognate e la realtà supererà i vostri sogni»
...sarà vero?

Date alcune circostanze ho reputato bene rimettere questo post in testa...

"Sognare con i piedi ben incollati per terra " secondo voi, è possibile?
Sognando, si rischia di cadere nel pessimismo o nell'eccessivo ottimismo?

Quella linea di confine tra essere un "sognatore" o essere un "sognatore realista" è davvero così sottile come sembra?
Questa volta lascio a voi la parola.

martedì 23 settembre 2008

A Nino


All'Uomo che anche se ti togli 40 anni si fa dare subito del TU.
All'Uomo che in un modo unico e tutto suo mi ha comunicato l'arte e la fotografia e "inquadrature" mai pensate prima.
A quell'Uomo che dopo averlo conosciuto dopo soli 5 minuti ti da una pacca sulla schiena e ti apre il suo cuore, i suoi sogni, i suoi pensieri.
A quell'Uomo che con la sua speranza ha saputo rinnovare quella di decine di persone che erano lì ad ascoltarlo.
A quell'Uomo che con la sua allegria e il suo infinito coefficiente di dilatazione del cuore riesce a farci entrare tutti, anche a moltissimi chilometri di distanza.
A quell'Uomo che si fa chiamare Zio.
A quell'Uomo a cui ho fatto 138 foto in 80min di cui 127 sfocate.

A quell'Uomo che...riesce a far commuovere.
A quell'Uomo che adesso sta lottando perché vuole urlare al mondo che questa vita vale la pena di essere vissuta.
A quell'Uomo che "chiede e paga" solo con uno sguardo, con quei suoi occhi grandi, ma che sa anche chiudere al momento opportuno per scorgere il proprio tesoro interiore.
A quell'Uomo che ai suoi allievi vuole insegnare la Vera Arte.
A quell'Uomo che ai suoi amici mostra come si può essere tremendamente innamorati della realtà e della vita.
A quell'Uomo che nella sua vita non ha fatto altro che amare.
A quell'Uomo... che non si stanca di lottare.

A Nino, un amico che ho la fortuna di conoscere.

sabato 20 settembre 2008

Le ragazzine sono aggressive... quanto i maschi Studio americano: "L'arma femminile? Il pettegolezzo"

Addio allo stereotipo della ragazzina meno aggressiva del coetaneo maschio. Secondo uno studio americano pubblicato sulla rivista 'Child Development' le femmine sono aggressive esattamente quanto i compagni dell'altro sesso solo che, invece di alzare le mani, preferiscono usare il pettegolezzo per mettere in crisi le relazioni sociali di chi sta loro antipatico.

Per Noel Card, ricercatore dell'Università dell'Arizona che ha realizzato la ricerca, le chiacchere alle spalle sono una forma di "aggressività indiretta" meno evidente di quella fisica, ma altrettanto grave e dannosa. Proprio per questo Card è convinto che le femmine siano aggressive agli stessi livelli dei maschi e che la differenza tra i due sessi sia ormai solo nel modo di esprimere, quando capita, la propria rabbia. Card è giunto a queste conclusioni confrontando tra loro 148 ricerche sull'aggressione diretta e indiretta fatte negli anni passati, per un totale di 74 mila casi di adolescenti presi in esame.


Mi ha colpito l'articolo... è proprio vero che si può far male anche con la lingua! (e non perché le ragazze tengono il piercing lì!) ma che fosse scientifico non l'avevo mai sentito da nessuna parte!

martedì 16 settembre 2008

«A meno che tu non voglia parlare di te, di chi sei...allora la cosa mi affascina...ci sto!»

L'amicizia non è una cosa dovuta, nasce da un desiderio.
Un desiderio rinnovato, di volta in volta, di delusione in delusione, di abbraccio in abbraccio.
Desiderio di qualcosa di grande, di qualcosa di vero, di qualcosa di BELLO.
Nell'amicizia ti doni del tutto, fidandoti del tutto.
Ma nell'amicizia ti devi giocare fino all'area di rigore, non esiste amicizia senza sincerità, non esiste sincerità che non sfoci per forza di cose in un'amicizia.
L'amicizia è una partita di calcio, si gioca in due (in tre, quattro, cinque....).
L'amicizia è una partita di rugby, si corre entrambi per la stessa meta: la felicità.
L'amicizia è entrare nell'altro, nel cuore dell'altro, interamente nell'altro, lasciando qualcosa.

Ma questo non avviene senza libertà. L'amico è anche colui che ti sta vicino quando hai bisogno e sta lontano quando "é meglio così", ma non smette di voler bene. L'amico è colui che ti solleva anche con un sorriso.
Il titolo del post sintentizza la condizione, non siamo personal trainer degli altri, siamo amici.
Non si può sentirsi una missione addosso, senza fermarsi, in ciascun volto che incontriamo, NON mettendo una X su ogni persona: "Fatto", "Conosciuto", "Consolato" ma aprire il proprio cuore perché gli altri possano camminare sul soffice. («Non c'è niente che non possa imparare da te che non legga in qualche libro del cxxxx...a meno che...tu non voglia parlare di te, di chi sei...allora la cosa mi affascina...ci sto!»)
Senza affetto ogni pacca sulla schiena, ogni abbraccio, ogni sorriso è sterile. Non serve. Non aiuta.
Questo video per tutti quegli amici che vogliono essere "più amici".

[02.01]
«[...]
Non ne hai mai tenuto in grembo la testa del tuo migliore amico vedendolo esalare l'ultimo respiro mente con lo sguardo chiede aiuto.
Se ti chiedessi sull'amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei stato del tutto vulnerabile. Non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi.
Sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell'inferno.
Non sai cosa si prova ad essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei, per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro.

Non sai cosa si prova a dormire su una sedia di ospedale per due mesi tenendole la mano perché i dottori vedano nei tuoi occhi che il termine "orario della visite" non si applica a te.
Non sai cosa è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso. Dubito che tu abbia mai osato amare qualcuno a tal punto. Io ti guardo e non vedo un uomo intelligente e sicuro di se, vedo un bulletto che si caga sotto per la paura. Ma.. sei un genio e chi lo nega questo. Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo. Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita...[...] »

I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni e pensieri, virtù, gioie e dolori;
sempre liberi di separarsi, senza separarsi mai.

~ A. Bougeard

domenica 14 settembre 2008

Casomai



L'estate è finita. Pioggia fitta di una domenica mattina. La temperatura crolla.
Elisa di sottofondo a questo post. Nebbia su Monte Pellegrino, era da tanto che non se ne vedeva.
Quell'odore di umido uscendo per la strada, tutti a casa, nessuna macchina per strada, un prete che ricorda la festività religiosa di oggi e poi... poi si ricomincia su quella scrivania.
Si perché la vita è come l'odore dell'erba bagnata, un'armonia, una sinfonia, è un'unione di intenzioni e di affetti, qualcosa di unico. E' quella danza sul ghiaccio che mi ricorda tanto un film visto tempo fa: "Casomai".
I due pattinatori graffiano quella superficie ghiacciata solcandola, pattinata dopo pattinata, passo dopo passo, a tempo. Ogni loro gesto ha il fine di rendere quella coreografia la più bella che si possa mai realizzare, l'UNICA coreografia che si possa mai realizzare. Non hanno bisogno di maestri, perché l'unica cosa che conta è amare: «Ama e fa ciò che vuoi!»
Non perdono, il tempo. Il tempo, cos'è il tempo?
Mi dissero una volta che è una cosa che "ha inventato Dio" perché avessimo coscienza della nostra vita.
Ma il tempo per i pattinatori, quelli che potete scorgere anche nel video subito quissù, non è quantificato, a loro l'orologio serve solo per essere sincronizzati, non si preoccupano del domani che non sai se viene e del passato che ormai è passato, vivono il presente. Sono consapevoli di amare, di essere innamorati, e per questo motivo non si preoccupano di ciò che fanno, perché se si ama si è certi di fare sempre la cosa giusta.

L'Amore è passione ma è anche ragione, l'Amore quando è vero lo si vede in tutti i suoi aspetti, razionali e non. L'Amore nasce da un giudizio che rimane tale anche quando il sentimento viene meno. L'Amore quando è vero provoca la natura, tutto ciò che circonda.
Un turbinìo di odori, l'odore del mare, della salsedine attaccata alla ringhiera ferrosa, ruvida e arrugginita... di una di quelle tante ringhiere che puoi trovare per la strada, in posti vicino al mare. Poi dopo un pò di tempo sembra che gli odori scompaiano, le sensazioni pure, e non ti rimane altro adesso che mettere in moto la tua amica Volontà. Volontà che si ciba solo di biscotti farciti di Amore maturo e Abnegazione. L'Amore lì è come se passasse dal crogiolo, si purifica, si rinforza, perché deriva da una scelta. Una scelta provocata dalla libertà.
Questo pensiero è dedicato a due amici, due amici che oggi sono testimoni dei loro primi 24 mesi di pattinaggio.

P.s. Aggiungo un commento di Biancaneve che mi era sfuggito:
«Il sentimento va costantemente sostenuto, alimentato,riscoperto; i due pattinatori pattinano bene perchè il pattinare li diverte molto: per questo hanno acquistato la tecnica, mettono in gioco i muscoli e creano delle coreografie così belle.»

martedì 9 settembre 2008

Reality

Mi sono accorto che i post più efficaci sono quelli corti, quelli brevi, quelli concisi...
in effetti: con tutte le cose da fare...chi ha il tempo di leggere poemi scritti da altri?
e soprattutto...chi ha il tempo di scrivere?

Si perché descrivere il quotidiano è come scrivere la sceneggiatura di un film il cui sceneggiato è stato scritto da un altro regista-sceneggiatore con migliori competenze delle nostre.
Lo sceneggiatore-capo-regista non si capisce cosa voglia bene adesso dai suoi "personaggi". Nonostante ciò ha un carattere deciso e forte, sa cosa vuole ma gli attori sul set spesso si ribellano proponendo nuove scene che rovinano solo il film perché non vogliono obbedirgli.
Che tenerezza le recite di quando eravamo piccoli! Tutti quei bambini che recitano il loro copione, qualcuno si "impappina" ma quello che fa commuovere è l'innocenza con il quale sbaglia la sua parte, la dolcezza con il quale fa capire di essersi scordato la battuta, la tenerezza di un pianto scoppiato per l'emozione del pubblico.
Qualche settimana fa passavo da una Chiesa palermitana, stetti qualche minuto lì, una bambina sgolata e poco aggrazziata riempiva le orecchie dei fedeli presenti nell'edificio...aveva fame, urlava: "Ho fameeeeeee! mamma ho fameeeeeeee!", prima la mamma che le dice: "tranquilla, fra un pò usciamo, dopo la Messa", "Ma io ho fameeeeee!" - continuava - "ora andiamo..." - "Non hai capito mamma! ho fameeeeee!"....questa scena è andata avanti così per 12 minuti esatti.
Ad un certo punto vedi il papà che si alza, le prende la mano e l'accompagna fuori, poi torna con un gigantesco pezzo di rosticceria: le lacrime si erano asciugate, il volto era soddisfatto, si siede accanto la nonna e continua a consumare la sua "merenda-cena" ignara del fatto che tra un pò sarebbe cominciato un rito religioso, in quel momento esistevano lei e il suo calzone, non si faceva condizionare da ciò che la circondava.
Era una bimba viziatissima, nessuno lo può negare, ma era una bimba che sapeva chiedere.
(Chiamatela fessa!)...