giovedì 31 dicembre 2009

Auguri e speranze

Mancano 3 ore all'anno nuovo.
Me sta prendendo le chiavi dell'auto, spegne il pc ed esce.
Non è importante cosa farà (è in compagnia di alcuni buoni amici), l'importante è che nel cuore ci sia il desiderio di un anno "nuovo", in tutti i sensi.

Camminare serve per migliorare il passo e anno dopo anno  la schiena si va facendo sempre più dritta, gli sbandamenti avvengono sempre ma... piede avanti e si riprende subito il passo!
Una strada, poi l'altra, poi un'altra ancora... tutte le Strade Buone hanno come compagna di viaggio la Felicità, le strade cattive portano con loro tristezza, preoccupazioni e angoscia.
Vi auguro di trovare la vostra strada, qualunque essa sia.

Buon Anno a tutti!



«E' da distesi che si vede la "Bellezza"»



...un esempio di poesia moderna...

venerdì 25 dicembre 2009

Buon Natale "scomodo"

Camminare per la "strada" con un passo lento, ritmato, verso la casa del Festeggiato e vedere tante anime che si affrettano a chiudere le loro botteghe per correre a casa da amici e parenti.

Quanti passi allo stesso tempo, quante anime mangiano e bevono in questo momento sommersi dai panettoni e dallo spumante. Inneggiano al Natale. Festeggiano "il" natale... ma di chi?
Entrano e scrutano nella casa dove si dovrebbe tenere la vera festa (il loro cuore) ma il Festeggiato lo lasciano dietro la porta e continuano a ballare, a danzare, scambiandosi auguri più o meno affettuosi.

E' un festeggiato «scomodo», lo reputano «pesante» forse perché li mette davanti alla realtà dei fatti: che il festeggiato è venuto per loro, per amore loro ma, attoniti, lo rifiutano («cosa vorrà mai in cambio?» - si chiedono)

A tutte queste persone Me fa gli auguri affinché, dopo Natale, possano raccontare ai loro amici cosa è cambiato nelle loro case interiori dopo aver fatto entrare questo Festeggiato Scomodo, piuttosto del numero di fette di panettone che hanno occupato i loro ventri.

Buon Natale!




domenica 29 novembre 2009

Indipendenza del cuore

Lo ripropongo perché è sempre attuale come video
(per tutti!)

domenica 15 novembre 2009

Tre anime

Mi sono stati affidati 3 angeli di cui prendermi cura ogni sabato, sempre alla stessa ora, mi hanno chiesto di insegnar loro alcuni concetti che serviranno per la vita. Me a volte si sente inadatto, inetto a questo ruolo.

Quanto poco siamo per definirci maestri di qualcun'altro?
Com'è possibile insegnare ad amare qualcosa/Qualcuno senza prima farlo da se? impossibile si potrebbe dire.

E' così, in una piccola pausa in una giornata di studio e lavoro, Me è consapevole di ciò che deve fare in questa settimana per prepararsi meglio al prossimo appuntamento con quelle anime assetate di Verità: il miglior modo per insegnare loro ad amare è Amare, di più e meglio.

Quale migliore pedagogia per allenare «gli occhi della mente»...

Buona Domenica a tutti!


«Vuoi farmelo vedere questo desiderio!?! Com'è il tuo desiderio? »

mercoledì 4 novembre 2009

Video



La differenza tra amore e moralismo forse è proprio questa

domenica 1 novembre 2009

Non cedere ai compromessi

Aprendo il pc questa mattina e sfogliando Wikipedia ho trovato:
Per la fede cattolica "santo" è colui che sull'esempio di Gesù Cristo, animato dall'amore, vive e muore in grazia di Dio; in senso particolare è colui che in vita si è distinto per l'esercizio delle virtù cristiane in forma eroica o per aver dato la vita a causa della fede
[...] I santi quindi erano tutti i seguaci di Cristo (apostoli e discepoli). Gente fisicamente e spiritualmente viva che si sforzava di seguire Cristo e le scritture.
Da un'ispirazione nata durante una lezione di formazione a bambini di 11-12 anni Me cercava una definizione "generale" di santo arrivando alla conclusione: «Non esiste vita fatta di compromessi».

Riflettendo si chiedeva: «Ma esistono Santi senza Dio?» - probabilmente no.
Santi come modelli.
Santi come essere vivi, umani, che cadono e si rialzano, fatti di carne e di passioni ma che le reindirizzano per qualcosa per cui
valga veramente la pena vivere.

Dopo essere stato ad un funerale di un Uomo che potrebbe avere tutte le carte per essere un santo, Me è arrivato alla conclusione che se non ci si innamora di ciò che si vive, non si potrà mai arrivare a "vivere così".
Adesso Francesco farà sorridere un pò di anime in Cielo o forse si sarà portato dietro un DVD con tutti i film di Fellini da far vedere ad un pò di gente lissù.


"Checco tu devi stare sull'orlo dell'Inferno,

io ti terrò una mano e tu con l'altra vedi
di prendere al volo qualche anima che pensa di sbandare"

Auguri a tutti i santi!



venerdì 11 settembre 2009

Distruggere la monotonia con le fotocopie

Me dopo settimane di silenzio torna a scrivere in questo luogo, che più o meno è un taccuino dove appunta quello che la realtà gli mette davanti agli occhi.
In questo momento scrive dal regno della Guiness, in una piccola casetta, molto carina e rifinita, che si trova un pò fuori il centro città in una zona molto tranquilla.

Ripassa inglese, vorrebbe prepararsi per prendere la patente nautica quest'inverno ma il tempo è poco e durante il giorno lavora in un'importante Agenzia di Servizi Finanziari irlandese (una specie di INPS privata).

Il primo giorno si è riempito di entusiasmo per le responsabilità che gli avevano dato e per le tante cose che ha imparato nel mondo della Finanza, ma dopo un pò, quando ti ritrovi a fare fotocopie e scansioni per un'intera giornata, e pensi che forse quello che ti si chiede di fare non sarà governare un'impresa ma essere utile a facilitare il lavoro degli altri, ti si schiude la realtà davanti agli occhi.

Il lavoro dopo un pò tende a far stancare ma ciò che ti risolleva è pensare che
dietro ciascun foglio che hai tra le mani c'era una persona, dietro ciascun rigo del file di Excel che dovevi preparare c'è un padre, una madre di famiglia che da un mese all'altro sparivano dalla tua lista e tu ti chiedevi: «Ma saranno stati licenziati o hanno cambiato lavoro? » e così cercavi di immaginarteli lì davanti a te e pensare a loro, anche se non li conosci e forse mai li incontrerai.

La giornata di Me oggi non è stata davanti un foglio di calcolo ma davanti una fotocopiatrice e nonostante sia stato tutto così uguale, ciascun foglio era diverso l'uno dall'altro.
E, dopo aver imbustato a fine giornata 113 plichi da spedire lunedì mattina e prendere un aperitivo con i suoi colleghi irlandesi che lo invitano con un affettuoso "Now, STOP working!" si trova a studiare con suo compare, contento di essere riuscito a distruggere la monotonia di un'apparente e sterile giornata d'ufficio.

Metti la cera, togli la cera ...


giovedì 20 agosto 2009

Insoddisfazione: via

Tornano alla mente le numerose mail che un amico di Me gli ha scritto qualche anno fa quando lui viveva a Milano e Me ancora a Palermo e sulla scia di quelle, da qualche giorno, in compagnia di un amico trapanese, gli sono tornate in mente quelle mail in cui si parlava di coraggio e di libertà.
Quelle mail Me non le ha mai rimosse dal cuore e talvolta torna a rileggerle.

In questi giorni è nata sulla pagina di Facebook dello Zio di Me una discussione sulla differenza tra libertà e libertinaggio (sollevata da Me stesso, che era stanco di sentir ripetere in sintesi che libertà è «fare ciò che si vuole, purché contrario a qualcosa/qualcuno»).
Questo Zio è molto in gamba, Me lo ammira, tanto, e se non fosse stato per lui probabilmente non si sarebbe mai messo in discussione né qui, né con se stesso.
Zio ha due splendidi fanciulli, una splendida moglie e un bel lavoro.
Me però non si convince delle spiegazioni dello Zio, che ha tutto quel che si può desiderare, non si può lamentare, ma quella vita a Me gli stava stretta, nonostante sia ugualmente piena di «gioie» e «soddisfazioni umane».

Nella sua vita, Me, ha incontrato degli amici che, nonostante abbiano attraversato periodi di difficoltà anche loro, hanno acceso il suo cuore nella speranza di una vita «più Bella, più piena» e adesso, pur nel mezzo della tempesta, non si accontenta di tornare indietro barattando questa vita con quella di prima: piatta e senza vigore.
No, indietro non si ritorna: Libertà!




Maglietta o maglione?

Me domani partirà per la Russia, qualche giorno insieme alla propria famiglia per ricaricare un pò il tepore familiare in una settimana in turismo full-immersion.
Porterà con sé l'essenziale, almeno spera, e nell'essenziale, come sostiene Shermy (una sua nuova amica che ha scoperto esistere in quest'unica vita che Me ha da vivere) la sua macchina fotografica.


Alla ricerca di angoli di Mosca e San Pietroburgo non scoperti nel suo precedente viaggio, subendo il fascino di una città che, come qualsiasi uomo o donna, nasconde e mostra aspetti di sé stupendi e allo stesso tempo intriganti. Adesso è l'ora delle valigie, 20kg di bagaglio cosa possono contenere?

Un libro, per imparare ad ascoltare.

Un altro libro, per allenare il cuore.
Qualche oggetto piccolo, per riscaldare (il cuore).
E qualche vestito per coprirsi.
La famiglia non sta nelle valigie, ma accanto a sé e dentro (il cuore).

Sì, la famiglia, ACCANTO a sé: c'è un'eta' in cui non può essere al "posto di sé", molti non lo capiscono e a volte neanche i genitori riescono a farlo.

E' triste vedere 30enni-40enni... tristi, perché non sanno ancora "prendere decisioni".
Dedicato ad un amico.
(La foto che c'è su, l'ho scattata io)

domenica 16 agosto 2009

E' tutta una questione di passioni

«L'estate sta finendo e un anno se ne va... »

Ferragosto in un piccolo centro dell'isola: risuonano alle orecchie le note di un gruppo musicale veramente in gamba.
Ciò che ha fatto però «svegliare» Me ieri sera è stata la faccia perplessa di una persona della compagnia di ieri, Sara, che non capiva, secondo Me, i suoi comportamenti.

Me, come forse molti sapranno, adora il Mare, passione passata da suo papà, che lo portava in barca con lui sin dalla culla e negli ultimi tempi si è appassionato alla Fotografia, passione nata dopo che, sempre lo stesso papà, gli regalò una fantastica macchina fotografica reflex.

Me forse avrà esagerato nell'eccessiva spontaneità e, a detta dei presenti, di una piccola sindrome di protagonismo: forse il fatto di lasciare nuovamente la sua terra per molto tempo ancora (e chissà per quanto oltre) lo fanno stare più "attaccato" ad una realtà che è quella dove è nato ed è cresciuto, ma poi chiaccherando quella sera stessa con Jack, un nuovo piccolo amico ma dal cuore grande-grande, è giunto alla conclusione che senza passioni l'uomo perde di valore. Che l'uomo HA BISOGNO di avere delle passioni dominanti nella sua vita.

Cosa si potrà fare di un uomo senza una passione? senza un amore? senza una sana ambizione?
Forse potrà fare la fine delle educande, che si scandalizzano facilmente, e celate dietro un sottile velo di perbenismo conducono una vita mediocre e provinciale.
O forse quelle di un 30enne, dagli occhi spenti, seduto sul marmo di una piazzetta del messinese, che guarda la gente, la vita, passargli davanti e lui nel frattempo è ancora lì che "aspetta" un treno che forse mai passerà.

Me ha deciso di non aspettare e inseguire questo treno, correndo, finché le forze gliene daranno la possibilità e ringrazia anche Sara e Jack per il loro, forse involontario, aiuto.


«Non so se abbiamo ognuno il suo destino
o se siamo tutti trasportati in giro per caso, come da una brezza,
ma io.. io... credo... può darsi le due cose...
forse le due cose capitano nello stesso momento»

lunedì 10 agosto 2009

Incisioni per la vita


Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.

I
n realtà non è
questa la mia destinazione

ma la mia vita.


Perché l'amore mi si offri' e io mi ritrassi dal suo inganno;

il dolore bussò alla mia porta, e io ne ebbi paura;

l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.

E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca.
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell'inquietudine e del vano desiderio -
è una barca che anela al mare eppure lo teme.

Me ha trovato questa citazione in un libro di P. Crepet «I figli non crescono più» (tratta a sua volta dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters) .
Il libro e gli occhi si sono chiusi per riflettere qualche minuto sul proprio letto ...

mercoledì 29 luglio 2009

La salvezza nella tragedia


A volte Me si trova a parlare con amici e con amiche che gli chiedono cosa ci può essere di umano (e/o di "divino") in un terremoto...

Me la risposta non ce l'ha (o forse sì, ma dentro al cuore) e ringrazia alcuni amici che gli hanno segnalato questo video che condivide con i suoi lettori.

Il video parla da solo.
Quale salvezza... nella tragedia?

sabato 25 luglio 2009

Me GlobeTrotter


Me è tornato da un lungo viaggio in auto (1118km ca.) per riposare un pò dopo 9 mesi di studio-lavoro.
Riposerà tra la compagnia della propria famiglia, dei propri amici, delle giornate passate in giro per la città a raccontarsi e a farsi raccontare.
Questa sarà l'estate di Me fino a quando non verrà il momento di ricominciare, lentamente, ma con grinta.

Me ricorda ancora i sorrisi dei bambini abruzzesi, quei sorrisi riconoscenti che qualcuno stesse lì solo per ascoltare i loro sogni: chi vuole diventare una cantante, chi una veterinaria, chi ancora vuole sposarsi un calciatore o un avvocato.
Sogni di ragazzini, di ragazzine... ma ragazzini e ragazzine che continuano a sognare nonostante un terremoto li abbia svegliati in piena notte.

Me ricorda il sorriso di un'amica al superamento di un traguardo: quello della Laurea.

Me ricorda la piacevole compagnia di Peter Pan nel viaggio di ritorno verso casa ed è stato molto contento di poter approfondire l'amicizia con lui.

Me ricorda i sorrisi di tanti amici e amiche che hanno condiviso con lui diverse esperienze in questi mesi e ricorda, con un dolce (e fraterno) ricordo, chi invece si è dovuto allontanare per altri motivi e chi invece si è voluto allontanare.

Me ringrazia ancora una coppia di suoi amici per la loro gratuita e spontanea amicizia.

Me ricorda infine la dolcezza di 4(+2) esseri celesti che vivono "vicino" casa sua e che hanno avuto molta cura di lui in questi mesi.

Me vi saluta e va IN VACANZA (!)


(Riserva dello Zingaro)

venerdì 10 luglio 2009

Ricominciamo da... qui.

Domani Me parte per l'Abruzzo a sostegno delle popolazioni terremotate, poi ritornerà in Sicilia per riposarsi un pò.
Avrà a che fare con bambini che hanno perso i propri genitori e altri che rimarrebbero soli
durante il giorno mentre i loro genitori cercano di ricominciare.

Chiunque voglia fare la stessa esperienza Me può dare delle indicazioni: queste attività partono ogni settimana con gruppi di volontari (e volontarie) diversi e dureranno fino a Settembre.

Buone Vacanze a tutti!



giovedì 9 luglio 2009

Piacevoli serate I

Dopo la prima (spera di tante altre) passeggiata davanti una granita di "fragola & limone" con un Amico, Me ha ripercorso gli ultimi anni della sua vita e si è andato a coricare certo di una cosa: che la felicità dipende da sé stessi e non dagli altri.

Noi siamo felici quando decidiamo di esserlo.

Una certa ingenuità adolescenziale magari ti porta, o ti ha portato, a pensare che l'importante è seguire qualcosa, qualcuno... poi quel qualcuno se ne va, scompare dalla tua vita, o ti accorgi che quell'amico che pensavi ti stesse vicino per aiutarti, invece, non sta attento a quello che vivi perché il suo cuore è tiepido, non è capace di riscaldare ... ciò ti lascia deluso e subentra lo sconforto (e a volte la rabbia) e, grazie al Cielo, scopri che la tua felicità è radicata su Qualcosa di più Grande, di più Vero.

A quel punto (se sei cosciente) prendi in mano la vita (prima che sia troppo tardi per farlo), le dai una direzione e impari che la vera felicità è quella derivante da una scelta sulla tua vita: una scelta che puoi fare soltanto tu e anche se rimanessi da solo (o anche se avessi tutti contro), quella «vita» vale la pena di essere vissuta perché ti riempe di soddisfazione.

Non è l'ambiente che ti circonda, non è l'inerzia che può spingere l'uomo a vivere, ma il rinnovare, giorno per giorno, la consapevolezza profonda della direzione che ciascuno vuol dare alla propria vita: del senso che vuole farle prendere. (Grazie Amico per avermelo ricordato!)

Che senso, allora, giorno per giorno ?
Me ha fatto oggi un post-it (giallo mela) con questa domanda e l'ha appeso nell'anta del suo armadio per non dimenticarselo quando si mette la camicia.

lunedì 6 luglio 2009

A mare con Nicholas

Nicholas, 8 anni.
Ieri Me è andato in spiaggia a Fregene con un gruppo di amici e c'era anche un piccolo-grande ragazzino (nipotino di due amici) da cui Me ha imparato una cosa importantissima: farsi bastare quel che si ha.

Me interiormente (ed esteriormente) si lamentava perché la «vita da spiaggia» non è quella che fa per lui: troppa staticità.
Staticità che voleva fargli trovare altri svaghi, tra i quali uno che a Me piace tanto (quello di andare sui catamarani) ma che, per la località balneare, si rivelava altamente costoso.

Nicholas si accontentava e chi, con quasi un paio di decine di anni in più, come Me, non lo faceva (e si ripeteva: "Guarda lui, prendi il suo esempio!")
Nicholas stava sulla spiaggia e ignorava tutto ciò che lo circondava: ciò che gli importava era farsi i suoi castelli di sabbia, creare delle barricate per non far passare la «risacca» del mare e, disilluso da una realtà che riteneva indistruttibile e immutabile, accorgersi che il mare gli aveva invece cambiato le carte in tavola: e con quella ostinata caparbietà (che è tipica dei bambini che conoscono bene il significato delle parole "cadere" e "rialzarsi") ricominciare a costruire nuovamente.

Grazie Nicholas, grazie per aver fatto ricordare a Me quanto sia piacevole poter stare con occhi "innocenti" su una spiaggia in cui gli occhi, e la fantasia, rischiano di essere i colpevoli di tanti sogni chimerici e castelli di sabbia mentre un pò di "sana-furbizia" ti permette di tornare a casa contento di aver trascorso una Bella Giornata.

Se non ci fosse stato Nicholas, probabilmente Me non avrebbe potuto verificare (e «allenare») la propria umanità, nel bel mezzo della strada (anzi... della spiaggia!) .

giovedì 2 luglio 2009

Stop and... stare

Questa città è più fredda ora, penso sia malata di noi
è ora di fare la nostra mossa, sto buttando via la ruggine
il mio cuore sembra da un’altra parte ma è qui
me ne sto da solo, contando gli anni
mani pronte, prendi la ruota…
ed ogni sguardo mi uccide
è ora di fare il mio ultimo appello… per questa mia vita
Fermati e fissa
penso di muovermi ma non vado da nessuna parte
si, so che tutti si impauriranno
ma sono diventato quello che non posso essere
Fermati e fissa
inizi a chiederti perchè sei qui, non là
e daresti tutto per prendere ciò che è giusto
ma non è giusto quello che ti serve davvero
Oh, puoi vedere cosa vedo?
Stanno cercando di tornare, i miei sensi spingono
pareggiare i conti, non avrei mai creduto di potere
piedi fermi, non lasciatemi adesso
correrò finchè non riuscirai più a camminare
ma qualcosa spinge la mia mente fuori
e rimango giù..
Fermati e fissa
penso di muovermi ma non vado da nessuna parte
si, so che tutti si impauriranno
ma sono diventato quello che non posso essere
Fermati e fissa
inizi a chiederti perchè sei qui, non là
e daresti tutto per prendere ciò che è giusto
ma non è giusto quello che ti serve davvero
Oh, puoi vedere cosa vedo?
cosa ti serve, cosa ti serve…
Fermati e respira
penso di muovermi ma non vado da nessuna parte
si, so che tutti si impauriranno
ma sono diventato quello che non posso essere
Oh, vedi quello che vedo…


mercoledì 1 luglio 2009

Il potere del dolore

C'è un rimedio al dolore? Il dolore ha un senso? Il dolore del cuore, chi lo comprende?
Perché, spesso, i "dolori d'amore" vengono considerati meno importanti di una qualche grave malattia?

Me ha incontrato diversi dottori in passato che si spacciavano come professionisti nel campo della "cardiologia", facevano finta di ascoltarti, ma stavano lì quasi per un instillato bisogno di esercitare i propri sentimenti filantropici.

Questi dottori, bravi, per carità, in tante discipline, tuttavia, non consideravano l'umanità dei propri pazienti.
«Questo problema? vabbè, ora ti passa... »
Me rifiuta questi ciarlatani e tuttavia ne ha trovato Uno che è la soluzione al bisogno più profondo dell'animo umano.

Un Dottore che prescrive altro dolore per guarire il proprio dolore e ridare nuova gioia e serenità.
Un Dottore che fa uscire il "pus" quando è necessario farlo uscire... spremendo ben bene, dove necessario.
Non è scontato, sembra assurdo ma è così.

Una volta guariti si rivede la Bellezza con altri occhi, Bellezza che era davanti agli occhi ma a causa della propria miopia si era persa di vista.

Me vi lascia ad uno spezzone di Grey's Anatomy che parla di dolore ...

***



« Come si cura?... »
«Vorrei saperlo...»

sabato 20 giugno 2009

Momenti di ricordi e di passione

E' lì la mia bella, è lì che mi aspetta, semplice, ma attraente.
E' lì che mi guarda mentre le giro intorno, mentre la guardo, la osservo, la riosservo, la scruto (e aspetto che anche lei faccia lo stesso, che mi conceda uno sguardo, una carezza... dopo esser stata abbandonata).
Quando le sono vicino sento quell'odore caratteristico, quell'odore forte, femminile, affascinante.
Il vento le fa muovere i capelli, capelli lisci che si poggiano su quei seni tonici, lei è sempre più bella ai miei occhi.
Gambe snelle, gambe giovani e belle, stanno lì coperte da una lunga ed elegantissima gonna (verde acqua, bellissima, a lei non piace essere "appariscente"...) che le nasconde alimentando il desiderio di «farsi scoprire» a poco a poco.
Cerco di far tornare alla memoria quei momenti passati insieme, fino a poco tempo fa: momenti, notti lunghe, chiaccherate guardando il cielo e il mare, lunghi sonni insieme... Serate passate con gli amici, chitarrate e cantate, canti lunghi e spensierati, nuotate in piena notte, notte fonda, notte pro-fonda, notti abbracciati a parlare di esperienze trascorse e sogni per il futuro.
Lei è così bella...lei mi seduce, mi attrae....

E adesso sono di nuovo qui a guardarla, a scrutarla da vicino, ora sì che posso farlo nuovamente, lei mi ha aspettato, lei si che è l'unica che mi ha aspettato, lei è...
Lei è la mia città, lei è la città in cui sono nato e in cui sono cresciuto.
Lei è... palermo.
Sì perché Palermo è una Donna mora, bella, molto attraente, non per forza alta (ma slanciata), affascinante e allo stesso tempo ingenua, che sa alternare modi di fare dolci impastati con l'umanità del suo carattere intrinsicamente forte, oserei dire «femminile», ma allo stesso tempo «scostante» e un pò «cocciuta» (a Roma direbbero "de' coccio"): sì, perché le donne sono più forti degli uomini (e lo dico a personale svantaggio...)

Adesso Me sta con uno strano stato emotivo, nella sua stanza, guarda una foto un pò sbiadita di due giovani signori con uno strano personaggio in mezzo vestito da Superman: uno strano bambino di non più di 6-7 anni con una mamma alla sua sinistra, bella da morire, e un papà (con qualche capello ancora in più) da farsi invidiare alla maggior parte dei coetanei.Questa è la sua vita: ma la vita cambia, i ricordi restano e rimangono impressi, difficilmente vanno via dalla memoria (e anche quando ci riescono sono le foto a riportarli a galla).
I ricordi vanno incanalati per non correre il rischio di vivere di nostalgie, nostalgie e ricordi, mescolati con miele e con fiele: quanto è amaro un ricordo di qualcosa di lontano ma quant'è dolce ricordarlo.
Adesso è ora di abbracciare il cuscino e sognare il presente...

giovedì 18 giugno 2009

L'ultima goccia

Tempi di sudori e di bilanci.
Fine della scuola, per alcuni, sessioni estive di esami, per altri, tremori e timori del cuore, per altri ancora, paure, per tutti gli altri.

L'ultima goccia della giornata è quella che ti fa dire «Si, ho finito.» (anche se ancora ho ancora tanto da fare) - «Punto . »
A volte non ci si arriva, a volte quella goccia rimane sulla fronte e ci si sente insoddisfatti.

Si spremono le meningi e si fa uscire questa goccia, l'ultima goccia della giornata, guardando con soddisfazione il cuscino del letto che aspetta al momento di andare a dormire per ricaricare le batterie e rigenerare per una nuova giornata.

giovedì 4 giugno 2009

Tanto amore, fave e salsiccia...

Ogni giorno qui a Roma è una sorpresa: gente nuova, persone da conoscere, sorprese dietro l’angolo e la possibilità di rimanere con la bocca aperta, colpiti da una qualche Bellezza prima nascosta.

Sabato scorso Me ha avuto la fortuna di poter stare un po’ in compagnia di due amici fidanzati, con cui è sempre piacevole stare, che gli hanno raccontato la loro storia: ovviamente non starà qui a raccontarvela perché quella storia rimane nel suo cuore e nella sua mente, solo lì, non altrove.

Quello che può scrivere, se gli vien concesso, è dire quello che ne ha colto dopo una cena a base di salsicce, fave, patate al forno e tanto affetto.

Ciò che lo ha più incantato non è stato tanto il contenuto ma guardare gli occhi con cui gli venivano raccontati quegli aneddoti di quei due innamorati che andavano conoscendosi man mano, fino a quando, di comune accordo, decidono di dar inizio alla storia più bella del mondo: quella di un Amore.

Sguardi, complicità, rossori e timidezze li hanno caratterizzati in quei primi giorni, se qualcuno osa dire che è immune da tali sindromi alzi la mano e scagli la prima pietra… ops… non c’è nessuno lì davanti che se lo possa permettere.

Me stava lì ad ascoltare estasiato e probabilmente avrebbe continuato ad ascoltarli per ore perché nel frattempo ripercorreva le tappe che l’Amore ha tracciato nella sua vita.
Prima si scorge qualcosa di Bello, poi lo si vuole conoscere, si ha un po’ paura, forse non ci si sente all’altezza, poi forse l’incoscienza, forse sì… l’incoscienza… ti spinge ad abbattere quelle riserve mentali che ti sei costruito e ti lasci spingere a largo, ti butti in un’avventura che probabilmente non pensi di essere in grado di poter affrontare per debolezza o incapacità.

Dall’altra parte vedi che c’è una timida corrispondenza e il coraggio di lanciarti ti fa ritrovare tra le braccia della persona che ti vuol bene e ciò ti rende felice.

La gente questo periodo lo chiama INNAMORAMENTO: parola spesso dimenticata per lasciar spazio a gelosia, possesso e sospetto.

L’innamoramento poi diventa maturo, come un pesco, che dalle sue gemme produce frutti saporiti. Vengono poi i momenti difficili, quelli in cui non sei sicuro di ciò che hai davanti, la realtà ti crolla sotto ai piedi e cerchi altri appigli umani per sorreggerti.

In quei momenti ti basta ricordare che dietro le nuvole c'è sempre il sole e ciò ti basta. Ti basta per andare avanti.
PUFF povero illuso! l’innamoramento è finito, adesso sei INNAMORATO e sei fregato.

No, forse non sei fregato, sei semplicemente “compromesso”, parola spesso scambiata per “incastrato”… si ama e si soffre, una dimensione è strettamente legata all’altra, ma ciò non fa paura.

La cena giunge al momento della frutta quando i due amici di Me non si sono accorti che in quel momento erano soli davanti alla loro vita ripercorsa in quei loro 35 lunghissimi minuti.
Arriva infine il momento del gelato e vedi che le stelle del cielo si incontrano, la luna sorride a quei due cuori che, con lo stesso sorriso che avevano impresso poco prima, sorridono al mondo e testimoniano che si può essere molto innamorati essendo molto umani, amore nelle piccole cose, nelle sorprese e nella routine quotidiana.

Il loro Amore non si vedeva dalle parole dette che fluivano ininterrotte una dopo l'altra ma dagli occhi, occhi che erano molto più loquaci di qualsiasi verso in prosa.

A Me ritornano in mente le scene di un film visto qualche anno fa ma quello di cui si è ricordato è che l’importante è amare, anche quando non ti sembra mai abbastanza: il resto viene da sé… anche ciò che sembra impossibile.



Quando due persone amano, amano il mondo e il mondo deve ricambiare, o no?

mercoledì 13 maggio 2009

Antipatici si nasce o si diventa?

Ho trovato questo articolo in un sito di uno psicoterapeuta, sarà vero?







(Tratto da: http://www.studioiannetti.it/simpatia.htm)
SIMPATIA, ANTIPATIA:
UN MODO SPONTANEO DI RIFERIRCI AGLI ALTRI.


Il nostro modo di rapportarci con gli altri corrisponde probabilmente al numero di persone con cui abbiamo avuto qualcosa a che fare nel corso della nostra vita. Ciò vuol dire che con ogni singolo interlocutore abbiamo avuto un rapporto diverso.

Quindi la grande varietà dei sentimenti che di volta in volta abbiamo messo in campo ci ha portato a dei comportamenti relazionali diversi. Ma se volessimo dare un ordine e una classificazione a quello che opera nella nostra mente quando entriamo in rapporto con gli altri, potremmo dire che per una persona possiamo provare simpatia, antipatia o indifferenza. Le sfumature quasi infinite che si possono verificare sono riconducibili sempre a questi sentimenti principali.

La simpatia e l'antipatia sembrano nascere fin dal primo contatto, senza una vera consapevolezza delle ragioni da parte nostra. La successiva frequentazione spesso non fa che rinsaldare la primitiva impressione. Nel caso della simpatia, allora, cominciamo a sentirci attratti da quella persona perché troviamo tante affinità con noi stessi. Tante volte si tratta di affinità ideali o idealizzate, che coinvolgono insieme al come siamo il come vorremmo essere. La condivisione del modo di vestire, del tipo di educazione, della cultura, dello status sociale, delle opinioni, delle convinzioni politiche e religiose non fanno che catalizzare in positivo la simpatia.

Tutti noi riconosciamo teoricamente il diritto di libertà di opinione agli altri ma di fatto ci risultano simpatiche solo le persone che la pensano più o meno alla nostra maniera. In ogni parte del mondo, in ogni cultura le persone provano simpatia esclusivamente per chi ha sostanziali affinità con loro stesse.

Stelle di maggio


Un pc, una poltrona e una galassia di stelle sopra di Me accompagnano questa notte di maggio.
Fiorella (Mannoia) non mi annoia e mi fa compagnia in uno di quei momenti in cui unisci natura e tecnologia, studio e riposo, pensieri e pace.

Noti, e ti fa però un pò male, l'indifferenza di due stelle nel cielo, una stella che stima l'altra, una stella che cerca di dar valore e fiducia all'altra ma la seconda non ne vuole sapere e trascina con sé tante altre verso l'indifferenza pensando di dar origine ad una galassia indipendente, questa galassia però è solo un piccolo aggregato perché forse, all'interno di questa, non c'è una forza di coesione così forte come quello della Grande Galassia, non c'è una forza di coesione tale che renderebbe una stella disponibile a morire per l'altra, no, non c'è, anche quando le stelle di questa galassia sono 29.

Puoi pure non crederci, piccola stella senza cielo, non crederci che esiste quella galassia ma almeno non la disprezzare: ce ne è abbastanza di tempo per queste guerre tra stelle, non anticipare i tempi.
Se non ci credi, a che serve bestemmiare il Sole? o disprezzarlo per la sua natura di saper riscaldare e illuminare gli altri pianeti? (senza di lui la vita non sarebbe possibile)
Se non ci credi, perché continui a far finta di essere in orbita quando stai solo lievitando su te stessa?
Se non ci credi... perché continui a voler girare in orbita in modo diverso dagli altri?

Piccola stella senza cielo, sei molto giovane, e il tuo desiderio di diventare una supernova, una di quelle stelle lucenti che brillano in cielo, ti sta facendo accecare, ti fa dimenticare di essere anche un pò umana, ti fa dimenticare che la stella che brilla di più è la stella polare:
la sua luce non è molto forte, ma è costante e nonostante ciò riesce ad indicare la direzione ai viandanti ricordandosi che lei NON è la direzione, ma ne è soltanto una traccia.

Post dedicato ad una stella, che ha solo 20 anni ma con il cuore indurito come una di 80: sai, non basta "fare le cose che fanno tutti" per diventare una grande stella, rischi, rischi tanto, rischi di scoppiare (prima o poi).
Tu non conosci l'Amore perché l'oggetto del tuo amore sei tu stessa, cara stella, perdonami se ti dico queste cose (spero di poterlo fare veramente, se avrai l'umiltà di ascoltare) ma spero che te ne accorgerai prima che l'infelicità di girare attorno a te stessa ti avrà fatto collassare.


Se questa e' / una canzone con cui / si puo' parlare / se in questa / notte di maggio io / ti penso /ad ascoltare certe piccole voci / che / a volte / vanno al cuore / in questi momenti / con l'aria che / si muove / io conosco / la mia vita e / ho visto il mare / e ho visto l'amore da vicino per / poterne parlare / ma nelle notti / di maggio non puo' bastare / la voce di una canzone per lasciarsi andare / amore su quel treno che e' gia' un ritorno / Amore senza rimpianto / e senza confronto. / che conosci la tua vita / ma non hai visto il mare / e non hai l'Amore / per poterne parlare / ma e' una notte di maggio che ci si puo' aspettare / di piu' e se questa e' una canzone / con cui davvero si puo' parlare / in questa sera ferita / da non lasciarsi andare /in questa notte da soli che / non ci si puo' vedere / e non ci si puo' contare / ma solo ricordare / io conosco la mia vita / e ho visto il mare / e ho visto l'amore vicino / da poterlo toccare / ma nelle notti di maggio / non puo' bastare / la voce di una canzone / per lasciarsi andare / nelle notti come questa / che ci si puo' aspettare / se non una canzone per farsi ricordare da te per farsi ricordare da te

giovedì 7 maggio 2009

"Sincerità, adesso è tutto così semplice...."

Me, come forse avrete già capito, vive in una grande casa: grande ma non dispersiva, nonostante gli ampi spazi non è difficile viverci come se fosse casa propria e anche quando i "propri spazi" spesso cedono il diritto di esistere per la buona convivenza, ciò non è un grande disagio.

Vicino alla casa di Me c'è un grande campo verde, dove solitamente gli umani ci giocano a calcio: passeggiando assieme ad un uomo alto e pelato, che chi vedesse per la prima volta potrebbe averne paura nonostante sia buonissimo, vedono 3 ragazzini che avevano scavalcato la recinzione e giocavano a calcio fino a quando non si sono accorti che erano stati scoperti, tentando di nascondersi miseramente dietro i cespugli.

Gira, rigira, alla fine si arrendono e decidono di ammettere la loro colpa:
«Sapete che questa è proprietà privata? » diceva l'uomo alto e pelato - « No, non lo sapevamo» afferma uno.
L'altro che aveva anche lui negato di sapere che quella fosse proprietà privata, nel frattempo, un pò irrequieto, nota una specie di collanina, che alcuni chiamano amichevolmente «Rosario», che fuoriusciva leggermente dalla tasca dell'altro uomo, quello cattivo, e con un sorriso stampato in fronte corregge l'amico: « No, non è vero che non lo sapevamo, lo sapevamo e come... » e continua a sorridere un pò vergognato [...]

In una domenica di maggio, Me ha scoperto quant'è bella la sincerità, sincerità di bambini che riconoscono di aver sbagliato e promettono di non farlo più.

giovedì 30 aprile 2009

Se cerco, lo vedo...

Accompagnando Peter Pan e Robin Hood alla stazione Tiburtina si possono fare le più svariate esperienze: a partire da un paio di ragazze che cantano la stessa canzone degli 883 (Una canzone d'amore) che suonano su "Radio Dimensione SUONO * SOFT *" e guardando dentro la nostra macchina sorridendo ci invitano a cantarla con loro, al napoletano che per orgoglio non può ammettere che un siciliano l'abbia superato e cerca di non farti passare in mezzo all'immobile traffico e poi, infine, suona anche una canzone di Tiziano Ferro mentre sei incolonnato, solo ed incolonnato, guardi la fila di luci rosse, di un rosso acceso, che sfilano per via Tiburtina.

Cantante più volte messo da parte per le sue tendenze melo-sentimentalistiche e filo-sdolcinate tuttavia rimane impresso il ritornello:
Se cerco lo vedo. L’amore va veloce e tu stai indietro. Se cerchi mi vedi. Il bene più segreto sfugge all’uomo che non guarda avanti, mai.
Si, l'amore va veloce e tu rimani fermo, immobile, magari ad una fermata di amore-bus prima aspettando quel tram, quel tram che non passa più perché sono finite le corse e nel frattempo passano tanti altri filobus che ti perdi e sai che non passeranno più.
A volte a passare non sono i tram ma la realtà per intero che ti scorre davanti, o meglio, ti scivola di sopra e tu non te ne accorgi, stai lì a contemplare un ricordo sbiadito, una foto cancellata o semplicemente rimani attaccato ad una realtà che non è più la tua o un difetto che sai che, con l'aiuto di qualcuno, puoi estirpare, e non lo fai.

Guarda al mondo come se il cielo fosse sempre terso e anche quando arriveranno le nuvole, c'è chi sa che dietro quelle nuvole c'è sempre il sole, succeda quel che succeda. Un sole che riscalda e che rinforza le ossa, le rende più forti e più resistenti alla fatica delle giornate.
Il mondo va avanti e tu resti indietro: un amico lo diceva spesso e c'era chi, testone, non lo capiva (o voleva far finta di non capirlo).
Grazie amico! se sei qui che leggi... e se non sei qui... grazie lo stesso!

Io voglio regalarti la mia vita.
Chiedo tu cambi tutta la mia vita, ora.
Ti do questa notizia in conclusione.
Notizia è l’anagramma del mio nome, vedi.
E so che serve tempo, non lo nego.
Anche se in fondo tempo non ce n’è, ma se...

[Rit]
Cerco lo vedo.
L’amore va veloce e tu stai indietro.
Se cerchi mi vedi.
Il bene più segreto sfugge all’uomo che non guarda avanti, mai.

Ricevo il tuo contrordine speciale.
Nemico della logica morale.
Opposto della fisica normale.
Geometria degli angoli nascosti, nostri.
E adesso!
Ripenso a quella foto insieme.
Decido che non ti avrei mai perduta,
mai perduta, perché ti volevo troppo.

Mancano i colpi al cuore.
Quel poco tanto di dolore.
Quell’attitudine di chi ricorda tutto, ma se...

[Rit]
Guardo, lo vedo.
Il mondo va veloce e tu vai indietro.
Se cerchi, mi vedi.
Il bene più segreto sfugge all’uomo che non guarda avanti, mai.

Dietro le lacrime che mi hai nascosto.
Negli spazi di un segreto opposto.
Resto fermo e ti aspetto.
Da qui non mi è possibile.
No non rivederti più.
Se lontana non sei stata mai.

[Rit]
Se cerco lo vedo.
L’amore va veloce e tu stai indietro.
Se cerchi mi vedi.
Il bene più segreto sfugge all’uomo che non guarda avanti, mai.

mercoledì 29 aprile 2009

"E' capace che fanno qualche regalo anche a me..."

Per rimanere nel tema del blog vi propongo un altro simpaticissimo spezzone di Massimo Troisi liberamente tratto da "Ricomincio da 3".

domenica 19 aprile 2009

Potrei, ma non voglio



..."Togli la ragione e lasciami sognare,
lasciami sognare in pace"...

domenica 12 aprile 2009

Buona Pasqua!


Auguri da una "piccola" piazza...

sabato 11 aprile 2009

Nel giorno del silenzio, un pò di silenzio.


Adorato, caro e atteso Silenzio.
Cura le ferite di chi non vede altra speranza.
Cura il dolore di chi ha perso i propri affetti.
Cura la sofferenza di chi non riesce a vedere al futuro.
Cura i rancori di chi da tempo aveva innalzato i propri muri, da porta a porta, e adesso questi muri hanno tremato, tremano davanti la catastrofe della limitatezza umana.
Silenzio, rimani in silenzio e ascolta, ascolta la povera voce di chi non ha più la forza di parlare.

venerdì 3 aprile 2009

Agli artisti di vita...

Un piccolo frammento preso da una lettera di G. Paolo II (agli artisti) ma penso che possa essere di gradimento a tutti...
A me è piaciuto molto e mi è stato suggerito da un ospite casuale che passava di qui.
La vocazione artistica a servizio della bellezza

3. Scrive un noto poeta polacco, Cyprian Norwid: «La bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro è per risorgere».

Il tema della bellezza è qualificante per un discorso sull’arte. Esso si è già affacciato, quando ho sottolineato lo sguardo compiaciuto di Dio di fronte alla creazione. Nel rilevare che quanto aveva creato era cosa buona, Dio vide anche che era cosa bella.
Il rapporto tra buono e bello suscita riflessioni stimolanti.
La bellezza è in un certo senso l’espressione visibile del bene, come il bene è la condizione metafisica della bellezza. Lo avevano ben capito i Greci che, fondendo insieme i due concetti, coniarono una locuzione che li abbraccia entrambi: «kalokagathía», ossia «bellezza-bontà». Platone scrive al riguardo: «La potenza del Bene si è rifugiata nella natura del Bello».

È vivendo ed operando che l’uomo stabilisce il proprio rapporto con l’essere, con la verità e con il bene. L’artista vive una peculiare relazione con la bellezza. In un senso molto vero si può dire che la bellezza è la vocazione a lui rivolta dal Creatore col dono del «talento artistico». E, certo, anche questo è un talento da far fruttare, nella logica della parabola evangelica dei talenti (cfr Mt 25,14-30).

Tocchiamo qui un punto essenziale. Chi avverte in sé questa sorta di scintilla divina che è la vocazione artistica - di poeta, di scrittore, di pittore, di scultore, di architetto, di musicista, di attore... - avverte al tempo stesso l’obbligo di non sprecare questo talento, ma di svilupparlo, per metterlo a servizio del prossimo e di tutta l’umanità.

martedì 31 marzo 2009

La vita è un gioco di centrimetri...e così il football.


Le capacità di un leader sono quelle di dar forza alla squadra:
quella di credere nei propri compagni.

A volte bisogna essere prima un pò leader di sé stessi
e guardare con un altro occhio la propria umanità.

Se tutti coloro che hanno il compito di trascinare, come il coach del film, fossero così...

"I centrimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi..."

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«Ma io non posso obbligarvi a lottare...»

giovedì 26 marzo 2009

Verso le stessa meta

Si può vivere così...

venerdì 20 marzo 2009

Due cose le ho imparate...

La saggezza di un uomo navigato a volte può essere volgare ma, come direbbe qualcuno che conosco, è di chi ha conosciuto la vita e ne ha vissuto gioie e delusioni e, ormai disilluso, non si aspetta più nulla da essa.
Tuttavia l'unica cosa che gli resta è l'Amore e saper amare... notevole, no?

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giovedì 19 marzo 2009

Alte frequentazioni


Sempre su quel treno, quel treno ad "alta frequentazione" di cui si parlava un pò di tempo fa, sempre su questo blog.
Passo adesso da Roma Ostiense con il valigione sul posto davanti al mio, il viaggiatore che era accanto a me è sceso poco prima a Roma Tuscolana e Me vede sempre la scritta "Alta Frequentazione", sempre sul display del treno, sempre lì a scorrere...

Un predicatore è salito su questo treno, annunciava la fine del mondo e la vincita di un Guerriero che chiama tutti alla lotta chiedendo lealtà ai suoi guerrieri: ciò mi ha fatto sorridere molto perché lo spirito con cui lo diceva era ben lontano da quello che si vive in mezzo al mondo ed è ben lontano da quelle lunghe chiaccherate nel buio di una scala o passeggiando a due per una stradella un pò affollata, guardandosi in faccia.

Torre di controllo, aiuto, sto finendo l'aria dentro al serbatoio

Assieme a Samuele Bersani chi non si ritrova a emettere gemiti di disperazione davanti agli impegni caotici della giornata, impegni che ci assorbono fino al midollo facendoci arrivare la sera stanchi, ma contenti (?)

Ci sono tante cose da fare e a volte amicounopuntozero si confonde e guarda un suo compagnoumano che si sforza di conciliare le cose importanti e le cose urgenti in un unico mix e gli chiede «Ma come fai?».
Compagnoumano non sa rispondere a parole, sa di essere (e dover essere) molto umano e pertanto che per essere molto umani deve saper amare molto ciò che fa e viverlo con passione (i fatti concreti poi testimonieranno il resto)

Probabilmente la sua è una pura pretesa (o magari forse un desiderio, un bel desiderio) poiché anche compagnoumano viene messo molto spesso alla prova perché altrimenti si assopirebbe e non potrebbe cogliere le sfumature e i profumi delle giornate...
Arrivati! (Fiumicino aeroporto!)

domenica 15 marzo 2009

Vite nascoste



Ore 10.40: appuntamento all'obelisco di P.zza S. Peter in Rome.
La giornata era una delle migliori degli ultimi 4 mesi, il sole caldo riscaldava e a volte si voleva fare anche a meno della giacca.
Si aspettano gli ultimi e poi ci si fionda dentro un mondo antico, un mondo antico che non esiste più.
I protagonisti di questa giornata sono: Aquila e Priscilla, Abelarda e la sua amica Genoveffa, Woodstock e Conrad, la duchessa di Monreale e sua commare la baronessa di Montepulciano, Jean, Eudora, Marcie e Me.

Non esiste più un mondo come quello perché qualcuno, un tempo, decise di sotterrarlo.

Si entra da una piccola porticina, una porticina stretta, così stretta che a volte potrebbero venire crisi claustrofobiche, ma di aria lì dentro ce ne è abbastanza.
Tutto perfetto, tutto pulito, un tempo lì passavano persone, persone che andavano a fare visita ai propri cari che riposavano di quel sonno eterno dal cui non esiste risveglio.

Persone che hanno vissuto la loro vita anni addietro con le loro gioie, le loro tristezze, le loro preoccupazioni, i loro amori e tutto ciò che c'è di più umano in questa vita.
Si perché, anche se migliaia di anni fa, la vita era sempre la stessa: emozioni, sensazioni e sentimenti non hanno età.
Tuttavia lì non c'erano più persone care a fare visita: solo gruppetti di turisti e studentelli universitari.

Chi si ricorderà di loro? Probabilmente molte delle scritte scolpite sulle lastre erano sbiadite e non si poteva più leggere ciò che avevano fatto di meritevole in vita.
Tuttavia chi si ricorderà di loro? Forse nessuno.
Ma ciascuna anima ha contribuito a costruire la storia.
Persone che sono passate da questo mondo e che hanno lasciato qualcosa, qualcosa che forse noi non possiamo notare perché nessuno lo ha mai scritto da qualche parte ma è rimasto solo nella memoria dei contemporanei.

Vite nascoste. Vite vissute, nel bene o nel male, ma vissute.
Vite coraggiose ma il cui coraggio non fu mai ostentato.
Forse tra qualche anno ci sarà gente che passerà per la «nostra necropoli» e si chiederà: ma cos'hanno fatto questi in vita? cos'hanno dato, questi, agli altri nella loro vita?
Forse potrebbe essere il caso di iniziarsi a domandare, adesso, cosa vorremmo che queste persone potessero dire di noi.

martedì 10 marzo 2009

Dolori

Seduto, tra le mani un librettino e le spalle di un amico in lacrime: Me non poteva parlare perché il silenzio era la miglior parola.

Silenzio quando il cuore urla che non riesce a reggere più, più non regge il dolore e la sofferenza.

Oggi un suo amico ha perso un amico e Me non poteva dir nulla, non poteva far nulla, solo unirsi al suo dolore e lanciare piccole suppliche per l'anima di una persona che non conosce ma di cui conosce l'affetto con il quale viene ricordato, ricordato da quelle lacrime secche e allo stesso tempo virili, virili e piene di dolore.

In questo momento l'amico starà dormendo, starà dormendo magari dopo aver rivisto la sua vita assieme a quella persona che adesso lo guarda dall'alto e cerca di sorreggerlo, lo guarda, sì, lo guarda con uno sguardo ancora più profondo di quello umano.

Adesso Me va a letto convinto che al dolore non c'è miglior parola di conforto che quella di un abbraccio.